Una considerazione che ho recentemente trovato in un'intervista ad un vescovo, pubblicata da un blog cattolico mi ha spinto ad andare a leggere nuovamente i versetti della lettera agli efesini, dove si parla del rapporto tra moglie e marito.
"Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie"
Se ci fermassimo qui, come spesso purtroppo accade, sembrerebbe che San Paolo voglia darci un'indicazione per una famiglia estremamente maschilista. Ma la lettera continua:
"come anche Cristo è capo della Chiesa"
Ecco, troviamo già un metro di paragone per misurare questo "essere capo".
Però San Paolo più avanti insiste in questo ruolo di subordinazione della donna:
"E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto".
Da quanto ho letto sull'intervista e da quanto generalmente si sente dire, è consuetudine recepire bene la parte relativa fal fatto che le donne devono stare sotto al marito, ma non si valuta affatto la maniera, il modo, lo stile di questo rapporto.
L'autore della lettera agli Efesini lo dice chiaramente e noi non possiamo estrapolare solo la parte che ci fa comodo, ma dobbiamo prendere il concetto nella sua interezza.
"E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei".
Cari mariti, ci siamo! Innanzitutto dobbiamo amare le nostre mogli. Il che non è sempre scontato. Ma questo amore non deve subire le limitazioni umane. L'amore per le nostre mogli deve essere uguale, sottolineo "uguale" a quello che Cristo ha avuto per la sua Chiesa.
Cristo, per noi (che siamo la sua chiesa) ha dato tutto, si è fatto ultimo, servo ed è morto pur di salvarci. Ecco allora fino a dove deve spingersi l'amore per le nostre gentili consorti.
Dobbiamo essere loro servi e dobbiamo morire per loro.
Le signore possono stare tranquille!!
Per chi fosse interessato qui trovate l'intervista che mi ha sollecitato a postare questa riflessione ---> clicca
"Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie"
Se ci fermassimo qui, come spesso purtroppo accade, sembrerebbe che San Paolo voglia darci un'indicazione per una famiglia estremamente maschilista. Ma la lettera continua:
"come anche Cristo è capo della Chiesa"
Ecco, troviamo già un metro di paragone per misurare questo "essere capo".
Però San Paolo più avanti insiste in questo ruolo di subordinazione della donna:
"E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto".
Da quanto ho letto sull'intervista e da quanto generalmente si sente dire, è consuetudine recepire bene la parte relativa fal fatto che le donne devono stare sotto al marito, ma non si valuta affatto la maniera, il modo, lo stile di questo rapporto.
L'autore della lettera agli Efesini lo dice chiaramente e noi non possiamo estrapolare solo la parte che ci fa comodo, ma dobbiamo prendere il concetto nella sua interezza.
"E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei".
Cari mariti, ci siamo! Innanzitutto dobbiamo amare le nostre mogli. Il che non è sempre scontato. Ma questo amore non deve subire le limitazioni umane. L'amore per le nostre mogli deve essere uguale, sottolineo "uguale" a quello che Cristo ha avuto per la sua Chiesa.
Cristo, per noi (che siamo la sua chiesa) ha dato tutto, si è fatto ultimo, servo ed è morto pur di salvarci. Ecco allora fino a dove deve spingersi l'amore per le nostre gentili consorti.
Dobbiamo essere loro servi e dobbiamo morire per loro.
Le signore possono stare tranquille!!
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