Ai catechisti

E' il periodo in cui, generalmente, in tutte le parrocchie, inizia l'anno catechistico.
Mi sono trovato a pregare su questo servizio che svolgo da molti anni e ne è nata una piccola riflessione che condivido con gli amici di questo blog.

A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere? Quella fede può forse salvarlo?
Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. (Gm 2, 14-17)
 
Inizia un altro anno, anzi no, inizia un nuovo anno. “Altro” fa pensare ad una inesorabile ripetitività, con valenze perfino negative; “nuovo” invece è un termine carico di speranza. Quante cose belle possiamo fare, partendo da zero? 
Avere la convinzione e la consapevolezza di partire da zero è importante perché così dobbiamo abbandonare tutto quanto avevamo di consolidato e certo. E' il modo migliore per non ripetere gli errori fatti. 
Dimentichiamo i fallimenti che sono quelli che ci portano alla insoddisfazione del servizio, alla scontentezza, alla diminuzione dell'entusiamo... perdendo così di mira il motivo principale del nostro operato: mettersi a disposizione dei nostri fratelli più piccoli, dei bisognosi che la comunità ci affida (ed io ci includerei anche i relativi genitori). E' questa la nostra missione. E' questo il nostro segno di carità.

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