Come ogni santuario che si rispetti, anche quello che ho recentemente visitato in compagnia di mia moglie, ha il suo negozio di libri e articoli religiosi.Tra varie pubblicazioni editoriali, immagini devozionali, rosari, cd di musica sacra, scorgo una vetrina con calici e patene. La mia (oltre che della mia consorte) grande sorpresa è stata quella di vedere a che prezzo alcuni di questi oggetti vengono proposti. Sono presenti calici lavorati, di materiale pregiato con costi variabili tra i 250 ed i 1.500 euro. Non me ne voglia chi gestisce il negozio, ma in cuor mio ho sperato ardentemente che quegli articoli potessero restare eternamente invenduti. Fatto salvo il caso in cui alcuni fedeli disattenti acquistino un simile obbrobrio per farne dono al proprio caro presbitero, non mi capacito di quale altro prelato ancorché "alto", possa sprecare centinaia di euro per un calice. Aggiungo anche che se fossi un sacerdote che si vede arrivare per regalo (a prescindere dal motivo della ricorrenza) un simile dono, farei di tutto per liberarmene, pur spiegando la cosa ai miei donatori per non turbare la loro sensibilità. Non oso immaginare chi possa utilizzare sull'altare, durante la consacrazione calici di questo calibro. Sono d'accordo che contengono i sangue di cristo e quindi devono avere una loro dignità, ma appunto di dignità si parla e non di lusso. Se qualche celebrante poco attento a questo aspetto (usiamo un eufemismo) innalza al cielo un calice costato quanto il reddito procapite annuo di un abitante dello Zambia, spero lo Spirito Santo possa fargli tremare le mani, e possa fargli sentire tutto il peso di quell'assurdità. Anche perché poi un calice troppo ricercato rischia di non farci più vedere il volto di cristo ma soltanto il nostro, riflesso sulla sua superficie dorata. 
Quanto pesa 'sto calice!!
Come ogni santuario che si rispetti, anche quello che ho recentemente visitato in compagnia di mia moglie, ha il suo negozio di libri e articoli religiosi.Tra varie pubblicazioni editoriali, immagini devozionali, rosari, cd di musica sacra, scorgo una vetrina con calici e patene. La mia (oltre che della mia consorte) grande sorpresa è stata quella di vedere a che prezzo alcuni di questi oggetti vengono proposti. Sono presenti calici lavorati, di materiale pregiato con costi variabili tra i 250 ed i 1.500 euro. Non me ne voglia chi gestisce il negozio, ma in cuor mio ho sperato ardentemente che quegli articoli potessero restare eternamente invenduti. Fatto salvo il caso in cui alcuni fedeli disattenti acquistino un simile obbrobrio per farne dono al proprio caro presbitero, non mi capacito di quale altro prelato ancorché "alto", possa sprecare centinaia di euro per un calice. Aggiungo anche che se fossi un sacerdote che si vede arrivare per regalo (a prescindere dal motivo della ricorrenza) un simile dono, farei di tutto per liberarmene, pur spiegando la cosa ai miei donatori per non turbare la loro sensibilità. Non oso immaginare chi possa utilizzare sull'altare, durante la consacrazione calici di questo calibro. Sono d'accordo che contengono i sangue di cristo e quindi devono avere una loro dignità, ma appunto di dignità si parla e non di lusso. Se qualche celebrante poco attento a questo aspetto (usiamo un eufemismo) innalza al cielo un calice costato quanto il reddito procapite annuo di un abitante dello Zambia, spero lo Spirito Santo possa fargli tremare le mani, e possa fargli sentire tutto il peso di quell'assurdità. Anche perché poi un calice troppo ricercato rischia di non farci più vedere il volto di cristo ma soltanto il nostro, riflesso sulla sua superficie dorata. 
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non penso si trattasse di questo calice essendo un pezzo museale ottocentesco di fattura Borbonica in argento oro e corallo tipico di Napoli o Palermo .
RispondiEliminaEviti PER TANTO di confondere fedeli e screditare qualcuno mettendo foto originale
Ma lei è un intenditore? :-)))
RispondiEliminaScherzi a parte. Non c'è nessuna indicazione al fatto che il calice di cui parlo nel post sia quello raffigurato. Come del resto in ogni altro mio articolo, la foto è semplicemente rappresentativa.
E questo non cambia di una virgola il senso del mio commento. La ringrazio cmq del suo intervento anche se (spero di sbagliarmi) noto una discreta voglia di attaccare sparando a zero piuttosto che iniziare uno scambio costruttivo di opinioni.