Santa cipolla...

I lebbrosi erano una di quelle categorie alle quali era preclusa la possibilità di avvicinarsi al Signore.
La lebbra era considerata una castigo di Dio per i peccati commessi e rendeva pertanto indegni di avvicinarsi a Dio che però, per assurdo, era l'unico che avrebbe potuto guarire la malattia. In pratica un circolo vizioso.
Poi è venuto Gesù e con la purificazione di uno di essi (Mc 1, 40-45) ha dimostrato che non è necessario essere "mondi" per potersi avvicinare a Dio, ma è il contatto con il Signore che ci rende puri; quindi esattamente l'opposto.
A duemila anni di distanza, in alcuni casi, persistono queste discriminazioni e regole/imposizioni da rispettare per essere intimi con Dio che si manifesta nell'eucarestia. Con queste "credenze" nel mio subconscio, domenica, durante la messa, mi sono accorto che la punta delle mie dita odoravano di cipolla. Nonostante mi fossi lavato le mani accuratamente prima di uscire di casa, l'odore acre dell'ortaggio aveva resistito.
Dovevo accostarmi al sacramento dell'eucarestia ma nutrivo dei dubbi sul "metodo" da usare per accogliere l'ostia.
Poi ho deciso, mi sono messo in fila davanti al ministro straordinario che mi ha deposto il corpo di Cristo sul palmo della mano sinistra.
Tornando al mio posto ho ripensato all'odore di cipolla delle mie dita e al mio essere venuto a contatto con Gesù. Avevo ancora qualche remora, ma poi ho pensato che la cipolla che avevo tagliato, era servita per la preparazione del pranzo domenicale. Ed allora i dubbi mi sono svaniti. Gesù non avrebbe disdegnato, quel giorno, di incontrare un semplice padre di famiglia che aveva dedicato un po' del suo tempo alle persone che più ama, mettendosi a loro disposizione anche per una cosa semplice: un buon pranzetto.

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