Visitatori sgrammaticati

Il Vangelo di Matteo racconta che, saputo della nascita di Gesù, alcuni MAGHI, dell'Oriente, lo andarono a trovare.
Nel testo originale greco il termine usato per indicare questi strani visitatori è "màgoi" e la logica traduzione è "maghi" (plurale di "mago").
Invece, stranamente (leggi: astutamente) qualcuno si è inventato il termine astruso di "magi". Per i pii traduttori, non era bene far vedere che degli individui poco raccomadabili si erano presentati per primi a Gesù. Nell'Antico Testamento, infatti, si dice: "Voi non date retta [...] ai vostri indovini nè ai vostri sognatori nè ai vostri maghi nè ai vostri stregoni [...] costoro predicono menzogne." (Ger 27, 9-10) e anche "Non praticherete alcuna sorte di divinazione o magia". (Lv 19, 20) ed infine nel Talmud si legge: "chi impara qualcosa da un mago merita la morte". Invece il bello di Gesù è proprio qui! Il Salvatore si è presentato proprio a quelli che erano considerati i meno degni, i più lontani: pagani, imbroglioni, ciarlatani.
Un augurio quindi per questa epifania: Impariamo a chiamare le cose con il loro nome. Se MAGHI sono, che MAGHI siano. Cerchiamo di abbandonare questa pessima abitutide ad edulcorare il messaggio evangelico. Prendiamo atto di quello che Gesù, con la sua EPIFANIA (manifestazione) vuole dirci. E anziché modificare le parole per farcele calare a pennello su di noi, cambiamo atteggiamento e adeguiamoci noi al messaggio di Cristo. Un messaggio così limpido e chiaro, che in realtà risulta privo di tanti arzigogoli perché spesso essi sono stati aggiunti da noi uomini con lo scopo di giustificare noi stessi e con l'effetto di renderlo meno comprensibile.

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